Molto più limitata è invece la letteratura autobiografica di coloro che delle sostanze hanno fatto uso continuato. Pompeo vi rientra a pieno diritto. È un racconto disegnato di Andrea Pazienza. Pubblicato come si usava allora, negli anni Ottanta, a puntate sulle riviste e poi in varie edizioni come volume, in Pompeo sono raccontate le ultime ore di un giovane uomo – lo stesso Pazienza, senza dover indagare molto - alle prese con gli sbattimenti, i deliri e le disperazioni che la vita da tossico comporta. Anche se sei baciato dalla fortuna e dal talento, anche se vivi con agio della tua arte, anche se non devi battere la strada per trovare da farti. Il tono è febbricitante, passa dall'umorismo sublime del grande satirico che Pazienza fu, sino al lirismo esistenziale e nerissimo di un grande autore, capace di affondare le mani, i pennarelli e le parole nella propria esistenza marcia.
sabato 25 settembre 2010
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